Il polo delle scarpe della Riviera del Brenta ha superato i due miliardi di euro e assicura più del 20% del fatturato nazionale. Ciononostante la cassa integrazione è aumentata in quanto, a detta degli addetti del settore, si sono persi parecchi treni.

Comunque sia, il distretto veneto del lusso ha messo a segno nuove crescite.  Secondo i dati presentati da Acrib-Associazione calzaturieri riviera del Brenta, il giro d’affari realizzato dal sistema composto da oltre 550 aziende distribuite tra le province di Padova e Venezia ha superato i due miliardi di euro, +3,9% nel confronto con gli scorsi anni. Ed il trend per questo prossimo semestre 2019 sembra essere più che positivo.

Produzioni contenute, prezzi altissimi e grandi marchi (quindi grande qualità ed eccellenza), questo è il segreto della Riviera del Brenta. Nel territorio hanno posto le loro basi calzaturiere, con tanto di fabbriche dirette e con reti capillari di contoterzisti, brand quali Louis Vuitton e Dior per il gruppo Lvmh e Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta sul versante Kering, per citarne solo alcuni. Ma non si fa solo quel tipo di prodotto. In Riviera del Brenta operano anche marchi indipendenti e realtà specializzate nell’outsourcing, ognuno ha la propria politica industriale e in certi casi saltano le barriere tra specializzazioni. Anche questi ultimi, però, hanno puntato tutto sulla altissima qualità.

Il prodotto sicuramente più influente nel panorama della produzione della calzatura, è la scarpa femminile di alto livello, che richiede lavorazioni impegnative e dall’elevato valore aggiunto. Ecco che il know how rivierasco è stato scelto dalle griffe più conosciute al mondo che hanno  intercettato tra Venezia e Padova, il passaggio cruciale dall’idea all’industrializzazione della stessa calzatura, pur mantenendo l’elevata manualità degli “scarpari della Riviera”.    

I sa che tutte le ciambelle…

Qualche treno è stato perso, tipo la collaborazione con la “Sneaker” andato a finire invece in Puglia e Campania, tipo la rinuncia di far parte della grande squadra da parte di alcuni grossi marchi indipendenti ed in più, si ha l’impressione che il tempo dei «grandi sbarchi» in Riviera del Brenta sia ormai esaurito. In un territorio relativamente piccolo, nel cuore del ricco nordest, nell’arco di 15 anni sono arrivati decine di brand, acquistando fabbriche e dragando know how dalle vecchie botteghe artigiane ai nuovi centri di sviluppo-prodotto in stretta relazione con Milano e Parigi. 

Proprio per questo, tutto il possibile per mantenere inviolata l’immagine della calzatura di lusso da qualche “mano infelice”, si è fatto davvero di tutto. In certi casi anche con notevole successo.

Nonostante alcune ombre dunque, il clima che si respira è di ottimismo: nelle aule della formazione si organizzano “lezioni di futuro”, e anche il clima sindacale è tornato collaborativo.

Ricordiamo che a Vigonza (Pd) esiste una vera propria scuola di “calzature” dove ragazzi da tutta la Regione, ma anche da tutta Italia (e non solo), imparano il difficile mestiere del “desiner”. Talento a parte, però. 

Prossimamente vi porterò con me all’interno di una fabbrica di queste calzature con un bel filmato e tantissime sorprese. Siete interessati a fare shopping in Riviera del Brenta? Sappiate che esistono outlet, spacci, negozi dove i costi sono abbastanza a portata di mano rispetto alle vetrine dei negozi di lusso in città. Casomai…contattatemi, sarò felice di farvi da “personal shopping trainer”. 

Un grande saluto dalla riviera del Brenta, come abbiamo avuto modo di parlarne qualche tempo fa, sempre su…”tacco 12”.