15 anni possono essere pochi in termini di esperienze maturate, pochi per morire, ma non per tutti. Sicuramente non sono pochi per Carlo Acutis, il giovane che Papa Francesco ha proclamato venerabile nel luglio del 2018 e per il quale il 21 febbraio scorso, in seguito ad una guarigione miracolosa a lui attribuita, è stata avviata la causa di beatificazione.

Ma chi è Carlo? E’ un quindicenne come tanti altri, frequenta la scuola, fa sport, ha tanti amici, è un patito del web…..ma sa “vivere alla grande”, non vuole essere la “fotocopia” di tanti ragazzi e ci riesce per la sua originalità spiccata e visibilissima.

Come? Innanzitutto Carlo è molto religioso, frequenta la messa e fa la comunione tutti i giorni. Inoltre le sue conoscenze informatiche (è programmatore di diversi sistemi) e l’uso del web sono volte alla diffusione della parola e l’esempio di Gesù, alla diffusione della fede e sono viste come un veicolo per evangelizzare. Carlo organizza sul web una mostra virtuale sui miracoli eucaristici che attualmente sta facendo il giro del mondo.

L’Eucaristia, la sua “autostrada per il cielo” è la sua massima aspirazione; regala a tutti il suo Kit per diventare santi: Messa, Comunione, Rosario quotidiano, fedeltà a Dio, amore per il prossimo, poco senso di attaccamento alle cose terrene.

Il suo modo di pensare è sicuramente controcorrente rispetto a quello di tanti suoi coetanei più superficiali, schiavi delle mode del momento e delle cose futili, lontani dalla preghiera e da Dio.

Carlo è libero, felice di donarsi agli altri, di amare incondizionatamente Dio, in pace con se stesso e col mondo. La sua diversità attira invece di allontanare. Anche quando scoprirà che la malattia che lo ha colpito non lo risparmierà (morirà di leucemia fulminante in brevissimo tempo) rimane sereno fino alla fine, consapevole e felice d’incontrare colui che ha sempre amato.

Oggi Carlo Acutis è un esempio per tutti, giovani e adulti; tutto ciò che ha compiuto nella sua breve vita terrena non è passato inosservato e ha dato i suoi frutti. La sua mostra itinerante, le testimonianze di chi lo ha conosciuto, hanno dato un senso a chi a volte vive “senza senso”. Sorridendo alla vita come ha fatto lui ci si può rendere conto di essere voluti, di essere amati, di essere su questa terra per una ragione precisa. Soprattutto si sente una presenza grande e costante che guida i nostri passi anche quando non ce ne accorgiamo.