La matita correva da sola sul foglio bianco e la mano che la impugnava sembrava il suo burattino. Sempre più veloce, lasciava tratti marcati, linee curve, corte, allungate…rallentava e riprendeva il ritmo, alleggeriva la pressione e ricominciava. Quel sottile polso faceva girare la mano che sembrava un carillon e la matita la sua ballerina.

A lei pareva fosse trascorso molto tempo, invece tutto si era consumato in due, forse tre minuti.
Aveva vinto la sua battaglia? O aveva solo combattuto il mostro che l’aveva turbata e spinta a sognare?
Si era ritrovata seduta al suo solito posto, di fronte al grande tavolo, con il disegno appena nato che la puntava.
Aveva iniziato a fissarlo e l’unica cosa che, da quell’astrazione di linee, riusciva a vederci era l’unione di due elementi, di due corpi, due volti, due cuori, stretti in un abbraccio, avvolti e racchiusi in un grande grembo.

Si era svegliata e tornata alla realtà o stava ancora sognando? … Forse stava ancora scappando?

Tutto lasciava pensare che in quel preciso istante, Lavì avesse raggiunto quella sublime dimensione che le aveva permesso di cogliere la sua natura, senza essere distolta dalle solite paure.
La natura che ci accomuna tutte, che ci rende uguali, che ci perseguita e ci rende orgogliose, la nostra stessa natura umana di essere donna e di essere madre.

E fu di fronte a quelle linee che la rimandavano all’idea di “maternità”, di immensità e di Assoluto che, finalmente, si concesse di abbassare le sue difese, togliersi l’armatura e chiudere gli occhi…

Si lasciava abbracciare e avvolgere completamente da quel calore e da quella luce, che sembrava illuminasse il suo quadro ancora acerbo. Immaginava quel battito di vita e quasi lo percepiva, altro non era che amore.
Ed eccola che prendeva la sua piccolezza e la sua nullità, la teneva tra le mani come un dono prezioso e decideva di accoglierla, la avvicina al suo viso e la baciava, poi la metteva in tasca e decideva di iniziare a camminare insieme a lei, in compagnia della sua essenza, intraprendendo una via che non conosceva, con il cuore colmo di speranza e aspettative.
Si sentiva inadeguata , ma pronta, pensava al futuro e non era più sola.
Toccava la sua pancia e immaginava qualcosa del tutto inimmaginabile.

DONNA, essere perfetto in tutta la sua imperfezione, capace di accogliere una vita dentro di sé, di partorirla e donarla al mondo…
MAMMA, accorgersi di esserlo da sempre e capace di tradurre in amore infinito tutto quello che la vita le offre…

Ed ecco la sua “ Maternità “…

A mia madre

Il dipinto è un acquerello con delicate tonalità pastello. Il colore che spicca è il giallo, va dall’ocra al senape scuro, dal dorato a chiari toni di marrone.
La figura è posata su uno sfondo azzurro.
Le linee curve e circolari racchiudono la grande sagoma che fa pensare ad una chiocciola, una conchiglia, ma dalla cui sommità spiccano due sagome, una grande ed una più piccola, i cui profili si intersecano e rappresentano due volti. Quello della mamma a destra e quello del bambino a sinistra.
Sottile e piccola linea che traccia i discreti sorrisi su entrambi i volti, posti di profilo. Ancora più impercettibili sono gli occhi.
Il corpo altro non è se non il grande ventre materno, accogliente e protettivo, che avvolge in sé, come un custode, l’utero che ospita la vita e il bambino che è nato.
All’interno del corpo si distinguono tre sagome principali.
Quella rosa, la più grande, rappresenta l’utero.
Appena sopra un’altra di colore verde. Questa è il corpo del bambino nato.
Poco più in basso a sinistra dell’utero si vede un altro piccolo disegno tondeggiante, anch’esso verde. Rappresenta una vita già nata ed una che verrà.
L’intreccio delle linee esterne, appena rosate, che racchiudono i volti sono le braccia della mamma e di suo figlio.
Una piccola forma rosa sopra al corpo del bimbo raffigura l’altra mano della mamma che lo sostiene e lo protegge.
Tutto il disegno è bordato in inchiostro nero, per esaltarne le forme e di colori.

Anche questa “ Maternità “, come la maggior parte delle immagini di mamma con bambino, trasmette pace, protezione e amore.
L’essenzialità di questo disegno ne esalta appunto il concetto, che impatta diretto su chi la osserva.