Tanti anni fa ( avrò avuto 7 o 8 anni ) andammo in vacanza sul Lago di Garda. Partimmo in automobile e il viaggio, dal Sud Italia, sarebbe stato particolarmente lungo.

Rispetto al periodo di vacanza che i miei genitori avevano prenotato eravamo partiti in anticipo e l’idea era quella di fermarsi a pernottare in qualche albergo intorno al Lago.

Invece, non ricordo per quale motivo, risultava tutto prenotato e si avvicinava la possibilità di dover pernottare in auto, con tutti i disagi che ciò avrebbe comportato. 

Nel girovagare nella campagna veronese finimmo in una frazione chiamata Colà e in piena notte mio padre bussò alla porta di quella che sembrava una casa di campagna.

Aprì un contadino a cui mio padre spiegò la situazione: avevamo bisogno di un ricovero per la notte soprattutto perché c’erano due bambini piccoli.

Il contadino disse che aveva solo una stanza, sopra al fienile; per farla breve, dormimmo in 4 ( i miei genitori, io e mia sorella ) in un letto matrimoniale. Ricordo che papà fece notare a mamma che tutto sommato ci trovavamo in una location ( come si dice oggi ) di lusso visto che avevamo persino il parquet ( in realtà erano tavolacci di legno che rappresentavano il soffitto del sottostante fienile ).

Il giorno dopo il contadino offrì persino la colazione a noi ragazzi, un’enorme tazza di latte con del pane fresco.

Credo che un’esperienza come questa. vissuta circa 50 anni fa, per tanti motivi sia assolutamente impensabile oggi perché è tanto cambiato il nostro modo di metterci in relazione con gli altri e di manifestare solidarietà.

Peccato, perché poi momenti come questi restano tra i più cari e divertenti che uno possa ricordare.