Non sono mai stato particolarmente bravo nel disegno, soprattutto quello ” a mano libera “e ho sempre vissuto questa mia lacuna con un certo disappunto.
 
 
Quando ero piccolo ( avrò avuto 7 o 8 anni ) decisi così di creare un mio stile di pittura ( addirittura ! ) che consisteva nell’intingere il pennello nel colore ( usavo le tempera ), nel bagnarlo leggermente nell’acqua e quindi ” lanciare ” il colore sulla tela che stendevo di fronte a me, su un tavolo; in pratica facevo un gesto simile a quello che fa il prete quando benedice con l’Acqua Santa..
 
Svolgevo questa attività in una mansarda, isolata dal resto della casa e, per i miei lavori, utilizzavo soprattutto il blu cobalto.
 
Ovviamente tutto ciò che creavo erano dei pezzi unici, non c’era una composizione uguale all’altra anche se il genere era piuttosto….ripetitivo.
 
Ero geloso delle mie cose, mi vergognavo anche un po’ nel far vedere ad altri ciò che realizzavo, ma un giorno invitai mia madre nel mio ” laboratorio ” per mostrarle le mie opere.
 
Lei mi fece i complimenti e mi invitò a continuare in quella specie di hobby ma mi fece anche riflettere e mi disse che bisogna sempre considerare quelle che possono essere le conseguenze delle nostre azioni.
 
Non capivo.
 
Mamma alzò lo sguardo e indicò il soffitto ….era un affresco….beh, diciamo piuttosto un guazzabuglio di colori perché le mie incontrollate pennellate erano finite anche lì, non solo sulle tele.
 
 
Quello che avevo involontariamente creato aveva anche un che di artistico ma, di lì a qualche anno, sarebbe stato cancellato perché quella sarebbe stata completamente rifatta per farla diventare la camera dei giochi che avrei condiviso con mia sorella.