Qualcuno ha detto che su questa terra noi siamo di passaggio e dovremmo comportarci come degli ospiti, lasciando il mondo almeno nelle stesse condizioni di come lo avevamo trovato, anzi possibilmente migliorandolo.
In altre parole, il mondo è delle generazioni future, vale a dire dei nostri figli, dei nostri nipoti e così via.
Ora, lungi da me l’idea di voler apparire come un catastrofista, ma sono ormai moltissime le voci di scienziati che sottolineano che ci stiamo pericolosamente avvicinando ad un punto di non ritorno, oltrepassato il quale nulla sarà più come prima e il nostro pianeta comincerà una lunga agonia che lo porterà alla morte.
I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, con conseguenze drammatiche sull’agricoltura, sull’economia, nella diffusione di determinate malattie.
L’aria che respiriamo è talmente inquinata che ogni giorno dobbiamo sperare che piova; poi, quando piove un po’ più del normale, registriamo frane, alluvioni e disastri di vario genere anche a causa della nostra mancanza di buon senso che, ad esempio, ci porta a costruire dove non dovremmo.
Gli oceani sono un enorme brodo di plastica, alcuni pezzi sono ben visibili e gruppi di volontari si affannano, soprattutto nei fine settimana, per fare il possibile per ripulire i mari e le spiagge, ma il problema maggiore sono i miliardi di invisibili particelle di plastica che finiscono all’interno dell’organismo di pesci che poi arrivano sulle nostre tavole.
Gli esempi di pessima gestione delle risorse e di scarsissimo senso civico sono tantissimi e potrei andare avanti per ore.
Tutto quello che ciascuno di noi può fare per migliorare questa drammatica situazione è bene accetto; dall’utilizzare meno acqua nelle faccende domestiche a ridurre l’utilizzo della plastica, da adottare un comportamento virtuoso facendo la raccolta differenziata ad accettare qualche piccolo sacrificio, ad esempio lasciando ogni tanto l’auto a casa andando al lavoro con i mezzi pubblici.
Tuttavia credo che qui sia la Politica con la “P” maiuscola che deve intervenire, tracciando in modo chiaro la strada da seguire e fornendo a noi cittadini gli strumenti da utilizzare e le regole da seguire.
Ad esempio, di recente ho letto che la California – già devastata da incendi che stanno via via distruggendo i boschi – abbandonerà l’uso degli scontrini cartacei; sembra un problema minore ma in realtà negli Stati Uniti ogni anno vengono abbattuti oltre 10 milioni di alberi e utilizzati quasi 80 milioni di litri d’acqua per produrre gli scontrini utilizzati in quel Paese.
Come se non bastasse….la maggior parte degli scontrini, essendo stampati su una carta che contiene sostanze chimiche, non solo non possono essere riciclati nella carta comune, ma finiscono con l’aggravare l’inquinamento e, in qualche modo, non ci fanno bene persino direttamente, sulla pelle delle nostre dita, visto che ogni giorno ciascuno di noi ha a che fare con qualche scontrino da maneggiare.
Nel giro di pochi anni la California non utilizzerà più scontrini cartacei, si affiderà esclusivamente a quelli elettronici.
Tenendo a mente questo esempio, personalmente sono convinto che tutti insieme potremmo farcela se prendessimo seriamente coscienza del problema generale; quando ero piccolo ricordo che si poteva fumare ovunque: al cinema, sugli autobus, negli uffici, persino in ospedale. Molti dicevano che noi Italiani, così indisciplinati, contrari alle regole, sempre pronti a saltare la fila e a fregare il prossimo, ci avremmo messo anni ad abituarci al divieto di fumo nei locali pubblici.
Non è stato così e, credo, abbiamo fornito un buon esempio di educazione e di civiltà a tanti scettici.
Ora si tratta di adottare comportamenti simili, ma più in grande, su una scala ben più ampia, coinvolgendo davvero il mondo. Confido che questa presa di coscienza globale possa finalmente avverarsi quanto prima e messa in pratica in modo serio, nel mio piccolo mi scoccerebbe essere ricordato come uno che ha fatto parte della generazione che ha dato il colpo finale al nostro meraviglioso Pianeta.