Poco dopo la nascita del mio primo figlio, Alessandro, la mia mamma mi regalò uno splendido anello. Due belle verette di brillanti, montate su oro bianco e giallo. Era stato un regalo del mio papà alla sua Amely, la mia mamma per l’appunto.

L’idea di regalarmi quell’anello fu soprattutto di papà. Mio padre, aveva infatti pensato di farmi quel gioiello, una volta nato Alessandro.
Purtroppo pochi giorni dopo la nascita, papà Fernando abbandonò questa terra per raggiungere il  cielo e l’anello mi fu, così tristemente, consegnato solo dalla sua Amely.

Lo portavo tutti i giorni. Era prezioso e incantevole ma… il regalo di papà per la mamma mi stava grande di misura!
Decisi così di andare da un orafo per farlo stringere. Per la gran paura di smarrirlo, lo misi nella borsa, nella sua scatolina di velluto, dentro una bustina dove c’ erano delle medicine.Tornata a casa, mi dedicai alle faccende domestiche e preparai la pappa per il mio piccolino.

 

 

Alessandro era su un sediolino con la sua cintura sopra il tavolo, io al suo fianco, con il biberon pieno di latte. Ero tutta presa nel mio ruolo di mamma, quando ebbi un flash e in seguito un vuoto di memoria.

Dove avevo messo l’anello di papà?
Mi ricordai, immediatamente, che avevo buttato la bustina della farmacia nella pattumiera, quindi, pensai che l’unica salvezza era quella di chiamare mio marito, tranquillo al lavoro. Mi disse che aveva buttato la busta dell’immondizia la mattina stessa e fui presa subito dall’ansia!

Mi affrettai verso il cassonetto dove mio marito aveva buttato la busta, il secondo alla fine della strada. Il portiere del palazzo, il Sig.Carlo, mi vide correre con il carrozzino, come una pazza, verso  il contenitore per la raccolta dei rifiuti. Mi chiese il motivo di tanta frenesia e gli raccontai dell’anello e della mia testa così disordinata…

Cari tutti, ero stata molto fortunata, visto che, quel giorno, c’era stato lo sciopero dell’AMA e quindi non avevano ritirato l’immondizia in città.

 

 

Rovistai e tolsi a mani nude le buste sino ad arrivare nel fondo del cassonetto.

Riconobbi la nostra busta, grazie all’inconfondibile cartone del latte del mio piccolino ed esultai!
La scatolina di velluto era nella pattumiera e l’anello era lì!

Abbracciai il portiere e sollevai Alessandro come un trofeo, libera finalmente dall’ansia che avevo provato negli ultimi e fatidici dieci minuti. Quando più tardi sentii la mia mamma per raccontarle l’accaduto, lei mi disse, con la sua saggezza innata, che ero stata esagerata e che i problemi della vita eran ben altro.

 

Lo so mamma, ma era stato l’ultimo regalo di papà Fernando che non ho più abbracciato. Certe volte anche gli scioperi possono portare cose buone! Nel mio caso ho ritrovato l’anello più  prezioso.