Cari amici, siamo entrati nella settimana santa, ci stiamo preparando a celebrare la Pasqua e a predisporre il menù della domenica più importante per noi cattolici. Quest’anno non sarà possibile festeggiare con i parenti più stretti nè “con chi vuoi”, ma credo che ognuno di noi si organizzerà rispettando regole e restrizioni vigenti. Anche per i praghesi questa domenica è un giorno importante da trascorrere in serenità preparando i piatti tipici della cucina Ceka. Bisogna infatti ricordare che Praga è la capitale più atea d’Europa, la maggior parte della popolazione non è battezzata, nè ha ricevuto i sacramenti eppure tutte le funzioni religiose della Passione
e della Resurrezione di Gesù Cristo vengono celebrate nelle chiese cattoliche Praghesi.
Le famiglie si organizzano a preparare il pranzo pasquale in casa, o meglio in casetta , che i Ceki chiamano chata, una semplice costruzione, molto piccola, che la maggior parte dei cittadini possiede nella prima periferia fuori dalla città. Ed ecco che ancora una volta la mia fantasia inizia a viaggiare indietro nel tempo, in quegli anni di regime Il cui strascico si sente ancora oggi nell’animo di chi li ha vissuti. Mi immagino la massaia boema con il grembiule da cucina e il fazzoletto in testa, il viso pallido e le guance rosate come le bamboline matrioske, che si muove tra i fornelli.
Gli occhi incominciano a lacrimare dall’enorme quantità di cipolle affettate per preparare il gulas di carne, le mani ancora infarinate dall’impasto del Kedlinky che stanno lievitando mentre il profumo della bábovka, uno dei tipici dolci Ceki, riempie la stanza. La zuppa a base di aglio sta già cuocendo e Il purea di patate ormai è pronto. Mi piacerebbe imparare a cucinare qualche specialità Ceka, ma Francy e Susy proprio non ne vogliono sentir parlare! “ Tutti i giorni in mensa a scuola pranziamo così! A casa per Pasqua vogliamo le lasagne al ragù!”







