Cari amici del blog, cari amici di Matilde, questa volta le mie ruote mi hanno portato per il Blog a ri-visitare un paese che vidi tempo fa, ai tempi del mio servizio militare. Ero di fermo a Udine e quindi il Friuli Venezia Giulia me lo sono girato in lungo e in largo e devo dire che è una regione molto bella ed interessante, piena di luoghi da scoprire, spiagge bellissime e pulitissime, cucina di prim’ordine, vini eccellenti.

Ebbene oggi vi porto a Manzano, in provincia di Udine dove la particolarità del posto è particolare: è il paese delle “sedie”.

Ma andiamo con ordine. Ben poco sappiamo dell’origine di Manzano.
I fossili marini, le conchiglie e i nummuliti che ancora si trovano sulle colline di Rosazzo ci indicano che il sito si è formato nel periodo eocenico.
Nell’ultimo periodo glaciale del quaternario inizia a scorrere il fiume Natisone e si delineano le colline e la pianura. Per quanto riguarda la presenza umana pare che già nell’età del bronzo ci fosse qualche insediamento, confermato dal rinvenimento di frammenti ceramici e metallici ascrivibili a tale epoca.

Il territorio fu senz’altro interessato dalle migrazioni delle popolazioni d’oltralpe, in particolare dei Celti le cui tradizioni e derivazioni lessicali hanno influenzato la cultura e la lingua. Con l’arrivo dei Romani, grandi costruttori di strade, Manzano si trovava sull’arteria che da Aquileia conduceva al borgo fortificato di Forum Julii (l’attuale Cividale del Friuli). Manzano rinacque quando divenne possedimento dei monaci agostiniani che tra il 958 e il 967 edificarono l’Abbazia di Rosazzo, successivamente retta dai Benedettini che introdussero nuovi metodi di coltivazione e nuove varietà arboree nei poderi di proprietà.

Il tempo passa, il paese si adegua alle varie guerre, periodi di tranquillità fino ad arrivare a fino 800. Grande importanza ebbe quindi la costruzione della linea ferroviaria Udine-Trieste e la costruzione del ponte sul fiume Natisone nel 1878. Risale proprio al 1878 l’insediamento a Manzano del primo opificio per la fabbricazione delle sedie ad opera dei fratelli Toni e Zaneto Fornasarig. Fu l’inizio della industria della sedia che da subito coinvolse l’intero tessuto sociale: i capifamiglia occupati nei piccoli laboratori e poi nelle prime industrie, le donne impegnate nella impagliatura delle sedie aiutate dai figli, gli agricoltori impegnati nell’industria nei tempi morti dei lavori campestri.
Nel 1911 erano presenti a Manzano 18 opifici e la popolazione residente conobbe un incremento fino a raggiungere in quell’anno 3930 abitanti. Anche questa industria ebbe momenti di stacco durante i conflitti mondiali, ma riprese sempre subito dopo la fine delle guerre.

Manzano è universalmente conosciuta come “la capitale della Sedia” per essere stata il fulcro di un processo di sviluppo industriale nel settore legno-arredo che per decenni ha interessato il nostro territorio. Nel 1700 Maria Teresa d’Asburgo concesse agli abitanti della Contea di Gorizia, tra Mariano del Friuli e Cormons, l’autorizzazione al taglio della selva della Ternova. Molti falegnami di origine carnica emigrarono in queste zone e grazie all’abbondanza della materia prima svilupparono un nucleo di botteghe di artigiani specializzati nella produzione di sedie impagliate. Dopo il 1866, quando l’Impero Austro Ungarico cedette al neo costituito Regno d’Italia il Friuli Venezia Giulia, ad eccezione della Contea di Gorizia e di Gradisca, i fabbricanti di sedie della zona di confine si ritrovarono svantaggiati, per la maggior concorrenza interna dei produttori di sedie viennesi e per gli alti dazi imposti alle esportazioni. Tutto ciò ebbe come conseguenza una emigrazione verso i comuni del Friuli italiano, ovvero Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo dove cominciarono a localizzarsi le prime nuove imprese artigianali condotte a livello familiare con impiego di manodopera femminile soprattutto nella fase finale della impagliatura e rifinitura del prodotto.

Simbolo del Distretto, la Sedia più alta del mondo è stata realizzata nel 1995 dalla Ditta Holzbau di Bressanone, in occasione del Salone Internazionale della Sedia del settembre 1995. Esposta per la prima volta in Piazza San Giacomo a Udine è stata trasferita a Manzano in Via Marussig e poi demolita nel 2016.

Una bellissima visita da organizzare in questo paese dove, oltre alle sedie, si potranno visitare i meravigliosi vigneti di Rosazzo, vigneti che sembrano giardini, e ancora la casa dei Conti di Manzano e il Castello di Manzano, si potrà ripercorrere la storia sulle tracce degli “Arditi”, ovviamente risalire il fiume Natisone, percorrere il sentiero naturalistico della Sdricca, visitare le varie ville, Palazzo Piccoli ed il suo splendido parco.

Ovviamente pianificare una visita in una delle tante cantine produttrici di vini d.o.c. Friuli Venezia Giulia, nonché godere della famosa e succulenta cucina locale. Appena questo virus lascerà il posto ai nostri viaggi, pensateci e, sempre come dice un signore alla TV, andate a Manzano ma non come turisti … come “ospiti”.