
Qui la chiamano agricoltura urbana. Un po’ dappertutto a Parigi i cittadini possono appropriarsi di uno spazio pubblico per coltivarlo in piena libertà. A volte nascono luoghi « interessanti », frutta e verdura coltivata e consumata da chi volontariamente se ne occupa e a volte invece a fallimenti e pezzi di terra abbandonata dopo poco. Cosi abbiamo dei tetti a Parigi con pomodori, patate ecc. ecc.
Ma un certo Alexandre, 31 anni, ha avuto un’idea alquanto originale…..coltivare funghi biologici nel 16° distretto di Parigi dentro una vecchia caserma della « gendarmerie » usando quelle che un tempo erano le celle per i detenuti.
Marchio depositato ovviamente, questi funghi parigini « les pleurotes » (pleurotus) sono « biofield ». Il cortile della ex caserma attualmente accoglie dei rifugiati e delle associazioni. Si collabora e si cercano prospettive valide per un futuro « insieme ».
Come funziona? La coltivazione dei funghi é possibile grazie ai fondi di caffè recuperati presso i bar della zona. Un membro dell’associazione fa la tournée ogni mattina in cerca di materia prima, poi i funghi vengono direttamente venduti a ristoranti e negozi bio. Senza intermediari. Dal produttore al consumatore. All’inizio Alexandre cercava delle « caves » ossia cantine, ma gli affitti a Parigi (anche per le cantine!) erano troppo cari, entra allora in contatto con un’associazione che lavora già nei locali e il tour é fatto!
Otto mesi dopo, sua sorella, Viviane, decide di licenziarsi dal suo lavoro d’ufficio e si unisce al fratello. L’attività si sta espandendo e promette bene! Certo al momento non hanno guadagni tali da potersi pagare uno stipendio, ma se continua così fra pochi mesi potranno avere dei benefici, sono positivi e credono tantissimo nel loro progetto. Aumentano anche le richieste da parte dei ristoranti del quartiere e stanno già cercando nuovi locali, sanno già che dovranno lasciare i luoghi entro un anno.
Simboli e portatori dell’idea dell’economia sociale e solidale che può esistere anche in una grande metropoli come Parigi, siamo sicuri che ce la faranno, visti gli inizi cosi’ promettenti.



