Ho un appuntamento di lavoro piuttosto importante e sono in ritardo. Sto impiegando molto tempo ad uscire dal paese in cui vivo per immettermi in tangenziale.
Cosa sarà mai successo? Caspita, proprio oggi! Cos’è tutto questo traffico? Sto cominciando ad innervosirmi, sto davvero correndo il rischio di fare tardi.
Ah ecco!!! Ricomincia la scuola, sono quasi davanti alle “elementari” e vedo tanti papà e tante mamme che accompagnano a scuola i loro bambini; alcuni sono proprio piccolissimi, nonostante la mia ansia per l’appuntamento di lavoro che sta andando a monte, vedere queste scene di tenerezza familiare mi emoziona e mi riporta alla mente quando ero io ad accompagnare a scuola i miei figli.
Ok, c’è meno traffico ora, finalmente sto procedendo ad una velocità accettabile anche se è chiaro che l’appuntamento è ormai saltato.
Mi sto chiedendo se non sia il caso di contattare la persona che dovevo incontrare per chiedergli scusa per il ritardo e, magari, riprogrammare il tutto in un’altra occasione.
Mentre mi accingo a chiamare squilla il telefono, il display al centro del cruscotto dell’auto evidenzia un nome….è proprio quello della persona con cui mi devo incontrare!
Dentro di me dico che sono uno stupido, dovevo avvertirlo per tempo del mio ritardo, costui sarà giustamente risentito…mentre mentalmente mi preparo a raccontare una scusa credibile schiaccio il tasto di risposta, dall’altra parte una voce che riconosco tra l’altro mi dice: “Guardi, le devo proprio chiedere scusa per il ritardo ma ho avuto un contrattempo familiare per cui stamattina ho dovuto accompagnare la mai bambina a scuola. Sa, comincia la “prima” proprio oggi…”
Non ci sono state difficoltà nel trovare un’altra data per il nostro appuntamento e naturalmente al termine della telefonata ho sorriso…com’è giusto che sia, una volta tanto le esigenze dei bambini hanno prevalso su quelle degli adulti, in qualche modo evidenziando che dovremmo dedicare loro più tempo e attenzione a costo di ridefinire le priorità della nostra giornata.