Si è da poco chiuso il sipario sulla Compagnia dello Zainetto e sul suo ultimo lavoro teatrale: RUGANTINO. Questa volta gli insegnanti hanno messo a dura prova i loro ragazzi e ragazze preparando una rappresentazione “di spessore”. Basti pensare che, in contemporanea, RUGANTINO viene recitato al Teatro Sistina di Roma da attori professionisti.
Sono state quattro serate emozionanti e divertenti; il TOP (Teatro Oratorio Parrocchiale) di Ponte Milvio ha registrato un gran numero di presenze e i giovani attori non hanno deluso le aspettative del pubblico. Ognuno ha dato il meglio di sé nella recitazione, nel canto e nel ballo.
“Se queste sono le nuove generazioni, allora il mondo è salvo”.

Cito le parole di una spettatrice molto attenta, molto sensibile e molto emozionata e le condivido pienamente.
E’ sempre bello vedere concretizzarsi in successo impegno e dedizione: sul palco si respira un’atmosfera allegra ma professionale, ogni parte dello spettacolo è studiata nei minimi particolari (dagli abiti d’epoca alle scenografie fatte dai ragazzi della Compagnia), i protagonisti sono entrati totalmente nei personaggi che rappresentano e sono padroni della scena, sanno far ridere e subito dopo far commuovere il pubblico, commettono pochissimi errori e improvvisano con facilità se occorre.

Le ore di prove che hanno preceduto lo spettacolo hanno aiutato i giovani attori (i più grandi sono ventenni ed i più piccoli frequentano la terza media) ad accrescere la loro preparazione ma anche a vincere timidezza e ansia. Nella Compagnia c’è spazio per le personali doti che si tende ad esaltare, ma non si tralascia la possibilità di cimentarsi in qualcosa di più difficile e apparentemente impossibile. Così il teatro diviene luogo di crescita e di formazione personale e culturale, un ambiente sano in cui confluiscono età ed esperienze diverse, manualità e spirito di squadra. Chi come me ha visto lo spettacolo ha percepito l’empatia che da subito si è creata tra attori e pubblico, ha vissuto con trasporto la magia di una storia allegra e nello stesso tempo drammatica.
Mi auguro che tutto ciò possa continuare, che l’entusiasmo di questi giovani e dei loro insegnanti possa essere contagioso e che quel sipario si possa aprire spesso in sala e sul futuro.