Quando un amico o una persona cara chiede un consiglio su un problema che lo riguarda dovremmo (il condizionale è d’obbligo) esser pronti ad aiutarlo nel valutare tutti i pro e i contro, cioè gli aspetti legati alle varie alternative che si hanno di fronte.
Naturalmente dovremmo farlo nella maniera più seria e disinteressata possibile, cercando di assumere un atteggiamento per così dire “neutrale”.
Detto questo, c’è una grande differenza tra il dare consigli e il formulare giudizi su una determinata scelta che una persona ha fatto; spesso noi siamo portati a parlare anzi a straparlare su tutto e di tutto, come se fossimo in grado di occuparci di qualunque problema emotivo riguardante gli altri.
Dovremmo fare più attenzione nel giudicare le scelte altrui, che possono essere determinate da considerazioni per noi incomprensibili o comunque lontane dal nostro modo di pensare; ad esempio, una persona può decidere di cambiare lavoro apparentemente peggiorando, agli occhi degli altri, il proprio status sociale o la propria situazione economica perché, magari, in questo modo disporrà di maggior tempo da dedicare alla famiglia o alle proprie passioni, oppure migliorerà la propria qualità di vita perché avrà da affrontare meno traffico, oppure potrà occuparsi di un lavoro, che so, meno retribuito ma più interessante o meno stressante, o ancora perché ritiene che altrove sarà maggiormente considerato e benvoluto.
Insomma voglio dire che le ragioni che conducono a determinate scelte possono essere tante, tutte molto personali e alcune addirittura “intime” (preferisco non addentrarmi in tematiche sentimentali o presunte tali) per cui trovo inopportuno giudicare negativamente la scelta di un altro solo perché differente dalla nostra.
In definitiva quello che occorrerebbe avere è “solo” maggiore rispetto e, generalmente parlando, maggiore educazione; sarò all’antica ma purtroppo mi pare di vederne sempre meno in giro e questo, a mio modo di vedere, al giorno d’oggi rappresenta un problema sociale non indifferente.