Mi è andato l’occhio su una striscia del bravo fumettista Leonardo Leo, il papà della saga di Rat-Man.
E ho pensato subito che l’uomo contemporaneo è proprio come il suo personaggio, un uomo mediocre e vestito da topo. Un “supernessuno” che, all’occasione però, può trasformarsi in un supereroe.
Quando Ratty si lancia al motto “Fletto i muscoli e sono nel vuoto”, con l’innata fiducia che la Divina Provvidenza sventolerà l’alza bandiera, mi vengono in mente quelli che in questa pandemia, a muscoli tesi, hanno riempito quel vuoto.
Medici, infermieri, farmacisti, insegnanti, bidelli, badanti, chi lavora nei supermercati e chi fa un servizio pubblico.
Tutti eroi senza mantello che hanno saputo dare significato al silenzio di questo tempo con il loro coraggio, il loro impegno verso gli altri.
E proprio come il Ratty di Ortolani, con fiducia hanno abbracciato le difficoltà e si sono lanciati nella lotta contro il buio.
Solo nel buio, del resto, si vedono le stelle, proprio come quella sera del 27 marzo di un anno fa, quando Papa Francesco, attraversa una piazza San Pietro vuota, silente e picchiettata dalla pioggia, per sostare in preghiera, sul sagrato della basilica, davanti al Crocifisso e l’icona della Vergine.
Lo spazio vuoto diventa un “Vuoto a credere” che è poi il titolo del libro del vaticanista del Tg2, Enzo Romeo. “L’altra faccia del vuoto è la pienezza, l’altro lato del silenzio è l’ascolto”, scrive Romeo. Ci racconta “La fede, il Papa e la Chiesa al tempo del coronavirus”, dal 26 gennaio 2020, l’inizio dell’incubo, fino al 3 maggio 2020.
In questi 65 giorni ognuno di noi ha fatto l’esperienza dell’isolamento, dei divieti, della paura del contagio. Al nichilismo della pandemia ha fatto da contraltare il bisogno di spiritualità, di speranza, di anelito per la vita. Mi viene in mente un’altra immagine: Dio per parlare non va nel tempio ma nel deserto, luogo dell’Esodo, del camminare imparando a vivere dell’essenziale.
Nel silenzio, Dio parla a chi realmente si mette all’ascolto.
Parla ai signori palazzi ma soprattutto alle periferie, fuori dalle canoniche, ai borghi su cui vegliano i campanili, alle persone non credenti, a quelle di fede. Che la fede, poi, non è altro che l’abbracciare con fiducia la storia. Non c’è peggior clausura, dell’illusione che ci fa credere di essere invincibili. “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sani in un mondo malato”, parole pronunciate dal Papa il 27 marzo 2020, un venerdì vespertino di quaresima in una Piazza San Pietro desolata. Il nostro vivere, facendo solo ciò che si vuole e ci piace, ha ammalato il nostro mondo. La libertà senza responsabilità ci ha allontanati dal senso più nobilitante dell’esistenza.
Nel suo libro Romeo cita il pensiero di Viktor Frankl per porre l’accento sull’urgenza di dare un significato alla vita, o meglio coglierne il senso più profondo, attraverso la presa di coscienza di quei valori che realizzano la persona e la rendono capace di trasformare una sofferenza in una prestazione umana. Il “volere ciò che si deve fare” dello psicologo viennese è un rafforzativo di quella libertà che diventa consapevole. Il ciò che si deve fare è l’insieme dei compiti e degli impegni percepiti dall’individuo secondo la sua coscienza. Quando la libertà consapevole è anche generosa, va da sè che anche l’uomo qualunque può aiutare a salvare il mondo. Proprio come il personaggio di Ortolani.
E più che un supereroe abbiamo bisogno di tanti piccoli, grandi e insospettabili eroi di ogni giorno. Sono quelli che fanno esperienza costruttiva della realtà umana anche nelle avversità. Questa difficile missione risulterà tanto più possibile se ci si metterà dell’umorismo, quale risorsa preziosa per il benessere esistenziale. E qui torna in gioco il personaggio Rat-Man di Ortolani: mentre ci fa ridere, ci fa credere che il mondo si salverà grazie alle persone normali e allo loro sforzo ostinato, nonostante i fallimenti, di essere migliori. Il giornalista Enzo Romeo e il fumettista di Leo Ortolani entrambi dunque cronisti della storia che guarda il cielo.