La prima finestra sul mondo dei giovani si apre su un movimento che da quasi un secolo lega tantissimi ragazzi e ragazze di tutto il mondo: lo SCOUTISMO.

Il metodo del suo fondatore, lord Robert Baden-Powell, si riassume in due semplici parole “IMPARARE FACENDO”; ancora oggi tale metodo sembra essere attualissimo e capace d’interessare fasce d’età diverse (dagli 8 ai 20 anni ed oltre) attraverso continui stimoli e sfide volti a formare e fortificare carattere e personalità. 

Questo movimento tanti anni fa ha “catturato” anche me: entrata a farne parte all’età di 15 anni, ho vissuto per ben 25 anni continue e bellissime esperienze prima come adolescente, poi come giovane donna e infine come capo-educatrice in associazione. Percorsi nella natura e paesaggi stupendi, notti in tenda, fuochi di bivacco animati da canti e preghiere sotto le stelle, esperienze capaci di metterti a confronto con te stessa e con realtà più allargate su tematiche diverse (volontariato, politica, scuola, rapporto uomo/donna), esperienze di fede fortissime (GMG del 2000, incontro personale con Papa Giovanni Paolo II) e soprattutto servizio verso gli altri, dai più piccoli agli anziani, dagli ammalati ai barboni. Tutto ciò ha contribuito tantissimo alla formazione della mia personalità e del mio carattere; quello che nel corso degli anni ho “imparato facendo” mi è ritornato utile nel lavoro, in famiglia, nel mio impegno di volontaria nella mia parrocchia e nelle mie doti creative.

Pertanto, consiglierei lo scoutismo come esperienza utile ai giovani d’oggi?

Sì, certo, senza dubbio! Forse oggi più che mai. Credo ci sia bisogno di qualcosa di utile e concreto per le nuove generazioni, qualcosa che faccia capire loro che è bello donare agli altri ciò che si è e ciò che si ha, qualcosa che serva a sperimentare le loro capacità e spendere le loro forze in progetti di vita “sana”. Infine qualcosa che è davvero capace di far sentire gran parte di loro diversi ma uguali nel mondo.