La pandemia ci ha messo a dura prova. Le sfide per noi cittadini sono state difficili in questi due anni.
Non abbiamo potuto più abbracciare i nostri cari e gli amici per paura del contagio. Ancora oggi, nonostante i dati confortanti della campagna vaccinale, dobbiamo essere prudenti e rispettare le regole.
Sono stati mesi di isolamento per tutti. Sono stati mesi di chiusure e di distanza sociale.
Come dice Papa Francesco :” Non lasciamoci influenzare dal virus dell’indifferenza!”.
Cosi’ non ci ho pensato un secondo di più e tempo fa, non appena ho sentito al telegiornale la bella notizia che sto per raccontarvi, ho subito telefonato! Ma ci pensate: nel Trevigiano a Castelfranco veneto, una Rsa, nel pieno dell’emergenza Covid, ha inventato la stanza degli abbracci.
Il Centro di servizi alla persona Domenico Sartor ospita un cospicuo numero di anziani e per facilitare la comunicazione, e soprattutto il contatto, tra parenti e ospiti, il team medico e psicologico ha trovato, attraverso una parete di plastica trasparente, il modo di avvicinare il paziente ai familiari. Attraverso la tenda in plastica, dotata di specifici manicotti, il paziente ha ritrovato il calore di un abbraccio, di una stretta di mano.
Mi ha così colpito questa iniziativa che ho voluto esprimere la mia commozione chiamando direttamente il centralino della Rsa di Castelfranco veneto.
Mi ha risposto un’operatrice sanitaria che ha gradito la mia telefonata e le mie parole di affetto e graditudine. È questa la nostra bella Italia, un Paese con una sua storia di relazioni, famiglia e tanto amore.
Ho deciso di raccontarvi questa mia esperienza per invitarvi a fare lo stesso.
Dite anche voi grazie a chi fa del bene e lavora per il bene degli altri. Questa è la generosità che salva vite e rende la vita più felice.





