Tutto nasce con la campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte, ossia una serie di incursioni militari in Egitto negli anni 1898-1801. E così che si entra in contatto con una cultura e civilizzazione fino ad allora praticamente sconosciuta in Europa.

Napoleone dai suoi “viaggi” porta molti oggetti e nasce così l’egittologia e l’egittomania. L’Egitto con i suoi faraoni, piramidi, obelischi persino la bella Cleopatra…tutto sembra più vicino.

 

Poi la corsa per tradurre i geroglifici e fu proprio un francese Jean-Fraçois Champollion a riuscirci nel 1822 grazie alla famosa Stela di Rosetta, “trovata” dalle truppe napoleoniche e oggi custodita a Londra (Napoleone fu sconfitto dagli inglesi che hanno recuperato parte del bottino di guerra francese, ovviamente).
Ma oggi passeggiando per le strade di Parigi cosa resta di quel periodo?

Certo basta andare nel museo del Louvre e nel dipartimento Egizio si trova di tutto e anche di più…ma anche per strada tantissime cose ricordano il periodo in cui l’Egitto affascinava. Qualche esempio?
La fontana du Fellah nel Settimo distretto, discreta e senza neanche l’acqua, abbiamo poi tante sfingi nelle varie case signorili sparse in città (nel famoso quartiere del marais ad esempio).

 

Che dire poi dell’Obelisco che troneggia dal 1836 nella mitica Piazza della Concordia? Arriva ben dopo le campagne di Napoleone, quindi possiamo affermare con certezza che questa volta l’imperatore corso non c’entra niente! Viene direttamente da Luxor: il vice-re d’Egitto offrì i due obelischi del tempio ma solo uno fu portato in Francia l’altro é rimasto in patria (meno male!).

Il mio punto preferito resta però il passaggio du Caire a Parigi, discreto, sconosciuto, lontano dai circuiti turistici, riesce così a mantenere intatto il suo fascino e autenticità.