Snob, pigri, non si lavano….scioperano sempre e poi non fanno nessuno sforzo per capire gli stranieri, fanno finta di non parlare inglese, chic, arroganti, portano ancora la baguette sotto l’ascella e bevono sempre champagne! Però che lingua romantica il francese!

Chissà quanti altre cose vi vengono in mente, ma sfatiamo i luoghi comuni (a volte hanno una base di verità, ma solo a volte).
La baguette oramai viene avvolta con della carta ed é raro vedere un francese portarla sotto l’ascella (e ancora meno in piena estate a 40 gradi!), bevono champagne per festeggiare, é vero! Chic e arroganti possono sembrarlo a volte, ma é il loro modo di essere, di porsi, che può essere frainteso. E poi dobbiamo accettare il fatto che non fanno “finta di non capire”, spesso NON CAPISCONO! Anche quando dicono di non parlare inglese, ma perché nessuno pensa che la pura e semplice verità è che non lo parlano proprio!
Sono pigri? lavorano in media 1453 ore all’anno, ma lo sapevate che i tedeschi lavorano meno ore?
Scioperano sempre, beh….si, ma d’altronde sono quelli che con la Rivoluzione Francese hanno cambiato il modo di pensare di tutta l’Europa. Proteste, manifestazioni…sanno come fare anche se secondo The Economist la nazione che sciopera più frequentemente non é la Francia, ma il Canada.
Si lavano poco….forse un tempo (come tutti i popoli dei secoli scorsi), questo mito é forse legato al fatto che non usano il bidet (amato dagli italiani, ma poco usato nei paesi esteri bisogna ammettere). Lo stereotipo é legato al periodo dei “profumi”, magari quando nel ‘700 più che lavarsi si profumavano, ma ripeto era così un po’ in tutta l’Europa. Oggi in Francia ci si lava né più né meno che negli altri paesi.

Ma i francesi che pensano degli italiani?
Eleganti, grandi latin lover, sempre con gli occhiali da sole su macchinoni da Formula 1 (oppure la variante é l’italiano sulla vespa) , parlano con le mani, mangiano pasta e pizza e ….sono mammoni!
“Non siamo capaci di imparare niente dagli stereotipi che ci circondano, neppure che siamo tutti uguali”. Don Delillo.



