Le reti da badminton fa-e-disfa, tirate fuori dalla cantina come noi si fa con l’albero di natale sintetico, sono già state installate da qualche giorno nel parco davanti a casa, i primi scialli hanno già fatto la loro comparsa nelle serate di fine autunno a Dhaka, le scarrettate di cavolfiori enormi a 2 centesimi l’uno anche. Insomma, non ci sono dubbi: l’inverno è arrivato anche a Dhaka.

Lo so cosa state pensando, che in Bangladesh l’inverno non esiste. Credo lo dicano anche quelli di Bolzano riferendosi alla Sicilia. Ma tutto è relativo. E’ vero, per me qui a Dhaka l’inverno non esiste ma vallo a spiegare al Bengalese che non ha mai camminato in una bufera di neve e vento, o al poveraccio che dorme sulla strada, o a quelli che vivono nelle case di argilla senza gas per scaldarsi o acqua calda.

Non è che abbia dimenticato cosa vuol dire inverno, quando devi indossare l’intero guardaroba invernale allo stesso tempo solo per mettere il naso fuori dalla porta. Non ho dimenticato neanche la meticolosa preparazione: calzini, almeno due paia, maglia della salute, maglia fina, maglione sopra, scarponi, guanti, togliersi i guanti per essermi dimenticata di allacciare gli scarponi, rinfilare i guanti; mi ricordo come con tutti questi vestiti a strati, piegare braccia e gambe faceva venire in mente l’immagine dell’omino di latta prima di una bella oliata. E poi c’era l’eterno problema degli occhiali che si appannavano quando dal freddo entravi di nuovo al caldo. Si impara a capire le temperature. Fino a dieci è ok, intorno ai cinque è meglio non uscire, quando è zero ci sono buone probabilità che nevichi, ecc.

Come ho già detto però, tutto è relativo. Come spiegare sennò che dopo quasi vent’anni in Bangladesh, per le vacanze estive in Italia mi porto una giacca perchè non si sa mai, la sera può fare fresco o durante il giorno indosso tranquillamente jeans e camicia con le maniche lunghe mentre gli altri boccheggiano.  Ci possono essere anche 28/30 gradi, vedo attorno a me la gente in bermuda e canottiera, ma per me, non so perchè, fa sempre un po’ freschino. Ci vuole tempo per riambientarsi e i quindici giorni di vacanza in Italia sono sempre troppo pochi.

Però vi vorrei ricordare che anche se non abbiamo le temperature sotto lo zero, anzi il termometro qui a Dhaka si ferma ben sopra lo zero anche nelle notti piu fredde, giusto quel tanto per spegnere l’aria condizionata, per capirci, l’inverno in Bangladesh esiste!

Se togliamo la parte centrale della giornata, quando per voi sarebbe ancora estate, anche se magari non troppo afosa, se togliamo il fatto che se foste qui anche solo di passaggio un tuffo in piscina ve lo fareste volentieri, se però nel mezzo di una bella estate afosa capitasse un giorno terribile di pioggia, vento tanto da preparsi il te e il brodino caldo la sera, non sareste proprio contenti, ecco come non lo sono i bengalesi in dicembre qui in Bangladesh. Perchè, anche se non posso parlare per loro conto, vi voglio comunque dire che sì, anche per i Bangalesi dicembre non è una pacchia. Soffrono il freddo, anche perchè non sanno come vestirsi quando: mettono sì i calzini ma con i sandali, mettono il maglione ma sotto non hanno niente, mettono i pantaloni lunghi ma sono pur sempre di cotone leggero, le donne mettono lo scialle, magari di cashmere, sopra il sari, ma hanno sempre la pancia e la schiena scoperte. Si vedono tanti berretti e sciarpe avvolte intorno alla testa ma in senso verticale e non orrizontale, a mo’ di fasciatura ospedaliera dopo un’operazione alla testa, anche se le temperature non sono poi cosi terribili. Nelle serate o mattinate più fredde, molti si aspettano addirittura la neve!

Anche se le giornate non sono cosi buie e corte come in Italia, anche se gli alberi conservano tutte le loro belle foglie verdi, ricordate che anche qui a Dhaka abbiamo i nostri dieci e cinque gradi di temperatura, ovviamente sopra lo zero, i rickshaw sono mezzi di trasporto aperti, le case non hanno il riscaldamento e pochi abbandonano i sandali per un paio di scarpe chiuse.

In Bangladesh molti attendono l’inverno per andare al mare. A parte che i mesi estivi coincidono qui con la stagione dei monsoni, gli altri mesi disponibili sono troppo caldi per godersi il mare, la sabbia scotta e ci si abbronza, un guaio soprattutto per le donne che spendono migliaia di taka, in realtà qualche decina di Euro al cambio, per creme sbiancanti. E comunque fare il bagno qui vuole dire arrotolarsi i jeans fino a metà polpaccio, mettere i piedi in acqua e spruzzarsi a vicenda. Il tutto rigorosamente vestiti, anche gli stranieri.

Lo so benissimo io cosa vuol dire inverno, però adesso voi non mettetevi a sghignazzare se li vedete imbacuccati alla meno peggio, se li vedete infreddoliti accanto a un tea stall con entrambe le mani avvolte attorno a una tazza, anzi bicchiere, di te fumante o mentre mangiano una pitha di riso e melassa nelle serate invernali nebbiose.

Cercate di capire che anche a Dhaka esiste l’inverno, anche se a sprazzi, e che, anche se accompagnato da miseria e sofferenza per alcuni soprattutto nel nord del paese, è anche il periodo più ricco di attività all’aria aperta, chi ha intenzione di sposarsi lo fa e chi ne approfitta per le gite in campagna, che riserva ora gli scenari più spettacolari e i tramonti più intensi.

Buon inverno a tutti!