Premetto che i bordelli furono definitivamente chiusi in Francia nell’ aprile 1946 con la legge Marthe Richard (che era un ex prostituta). Quindi i siti che citero’ non esistono più in quanto case chiuse, ma i palazzi e spesso anche le decorazioni esterne ed interne ne tradiscono il passato e meritano una visita.
La parola bordello deriva dalle baracche chiamate “bordes” in francese. Spesso per poterle riconoscere avevano una luce rossa e ovviamente le persiane chiuse (e da qui l’ espressione di “case chiuse”).
Cominciamo dal più famoso : le Chabanais .
Famoso sia per la decorazione delle stanze (alla russa, all ‘indiana, alla giapponese) sia per la clientela: principi e re d’Europa. Il principe del Galles, Eduardo VII lascerà come ricordo una vasca da bagno per lo champagne e una “poltrona d’amore” a tre posti.
D’latronde quando il medico chiedeva a Leopoldo II, re del Belgio (noto libertino) dove aveva male ….lui rispondeva “dappertutto ….tranne a Parigi”.
Altro sito degno di nota é lo “Sphinx ” frequentato da Ernest Hemingway, Jacques Prévert, Jean-Paul Sartre e….Marlene Dietrich ( che dirà :”Una nazione senza bordelli é come una casa senza bagni”) Sarà la prima casa chiusa ad accettare le coppie e come motto avrà “tout voir, tout entendre et ne rien dire….” tutto un programma!
Passando poi nella rue Navarin si ha una magnifica facciata neo-gotica che ospitava un bordello specializzato nel sadomasochismo. Voleva ricordare un castello medioevale con tanto di camere per la tortura, catene e patibolo. La discrezione era la parola d’ ordine.
Dove avremmo potuto incrociare Sacha Guitry, Jean Gabin, Charlie Chaplin o ancora Edith Piaf? Al famosissimo 122, nel 9° distretto!
Poi a due passi dalla chiesa di Saint Sulpice, in uno dei quartieri storici di Parigi c’era “Chez alys” che accoglieva essenzialmente ….gente di chiesa. Le “signorine” si vestivano da suore e invitavano a tanti giochini lascivi. Abbiamo ancora i mosaici dell’ingresso visibili.
Tra gli scrittori francesi possiamo citare Victor Hugo come un grande frequentatore oppure Marcel Proust , certo non frequentavano gli stessi luoghi, il secondo fu persino schedato dalla polizia perché frequentava l’hôtel Marigny, uno dei rari stabilimenti ad accogliere gli omosessuali.
E che dire dei tantissimi disegni che ci hanno lasciato Edgar Degas o Toulouse Lautrec che ci danno uno spaccato della quotidianità in tali luoghi.
Ecco cosa ci dice Victor Hugo a proposito della prostituzione ai suoi tempi:
“La femme est obligée de choisir entre acheter un homme, ce qui s’appelle le mariage, ou se vendre aux hommes, ce qui s’appelle la prostitution”. (la donna é costretta di scegliere tra vendersi ad un uomo e si chiama matrimonio, oppure vendersi agli uomini e si chiama prostituzione)