Il 7 agosto 1919 chi passeggiava vicino all’ Arco del Trionfo di Parigi ha la sorpresa di vedere un aereo che ci passa in mezzo. Si tratta di un grande exploit se si considera che c’é foschia quindi una pessima visibilità, bisogna volare basso, a qualche metro dal famoso pavé e soprattutto la parte centrale del monumento  é larga poco più di 14 metri e l’aereo in questione 9.
 
Il pilota riesce ….un eroe? o un pazzo? 
Bisogna capire il perché di tale azione. Pochi giorni prima, per la sfilata del 14 luglio 1919 ( é finita da poco la Grande Guerra, quindi questa parata militare assume una grande importanza) l’esercito francese proibisce all’aviazione di prendere parte alla parata, ovvero si ci saranno anche loro, ma a piedi, nessuna performance con gli aerei viene approvata.
 
Per i piloti, considerati degli “eroi”, si tratta di una punizione, addirittura di una provocazione.  Organizzano una riunione nel famoso ristorante Fouquet’s sugli Champs Elysées (lo stesso che é stato incendiato un paio di settimane fa durante le manifestazioni dei gilet gialli) e decidono la bravata in questione. Il pilota prescelto si chiamava Jean Navarre, ma muore il 10 luglio proprio durante un addestramento.  Sarà un altro pilota, Charles Godefroy, che porta a termine con successo la missione. Un altro militare filma tutta la scena, quindi abbiamo un filmato che comprova l’accaduto. Nelle alte sfere dell’esercito la vendetta non tarda, il filmato viene confiscato e al  pilota viene ritirata la licenza…..non puo’ più volare.
 
 
Si ritira nella periferia di Parigi e apre un negozio di vini. Sulla sua casa verrà posta addirittura una placca per commemorare il suo gesto. Al suo funerale lo stato francese lo premia con una medaglia d’argento a titolo postumo.
 
 
Negli ultimi 50 anni vari pilota hanno provato a ripetere l’exploit…nel 1981 Alain Marchand passa all’alba con un aereo sotto l’arco, poi nel 1991 con un aereo rubato per la prima volta un pilota passa sotto la torre Eiffel e poi sotto l’Arco del Trionfo, si allontana da Parigi e abbandona il veicolo prima di fuggire.
 
 
 
 
Anche un personaggio chiamato il “barone nero” ci riesce con successo, anche un americano che aveva combattuto in Vietnam ripete la cosa…..Aspettiamo i prossimi coraggiosi che oseranno raccogliere la sfida….
“Il motore é il cuore di un aereo, ma il pilota é la sua anima” (Walter Alexander Raleigh)