Si é festeggiato a Parigi il 25 agosto la liberazione di Parigi avvenuta esattamente 75 anni fa. Ci sono state varie cerimonie. Di mattina, 6 pompieri hanno scalato la torre Eiffel come fecero 25 anni fa dei loro colleghi per issare il tricolore francese nel giorno fatidico detto della Liberazione.
La tour Eiffel é da sempre uno dei simboli, se non il simbolo della capitale francese….durante l’occupazione Hitler non riuscì neanche a salirci visto che furono rotti appositamente i cavi dell’ascensore: se voleva salire doveva farlo a piedi! E fu proprio sulla torre Eiffel che sventolò di nuovo la bandiera simbolo di terra libera.
Prese il posto di quella nazista che ha sventolato nel cielo di Parigi per 1500 giorni.
In seguito la folla si é riunita in Piazza Denfert Rochereau, piazza che ha visto il passaggio della famosa 2° divisione blindata comandata dal generale Leclerc che partendo da Porte d’Orleans raggiunse proprio questa piazza. Il corteo detto della libertà si é fermato in questa piazza per l’inaugurazione di un nuovo museo di Parigi, consacrato proprio alla Liberazione.
Oramai i testimoni diretti di questo grande evento storico sono sempre di meno, é stata sottolineata l’importanza di lasciarne il più possibile una traccia per le generazioni future.
Il sindaco di Parigi aveva chiesto alla popolazione di vestirsi con abiti d’epoca, chi poteva lo ha fatto ed é stata l’occasione per i collezionisti d’auto anni ’40 di poterle far sfilare in città. Sembrava di essere tornati indietro negli anni.
Un viaggio nel tempo festivo, allegro e in musica.
Sabato sera Parigi ha reso omaggio ai soldati stranieri e in particolar modo quelli spagnoli che furono i primi ad entrare in città. Un omaggio alla resistenza che ha ostacolato le forze naziste e preparato la strada per l’arrivo degli alleati. Un omaggio anche alle vittime….quel 25 agosto del 1944 é costato la vita a 1000 soldati francesi, 130 soldati della 2° divisione, circa 600 civili e 3000 tedeschi. La guerra costa sempre cara…in vite umane.
“La guerra non si può umanizzare, si può abolire” Einstein.